Due coniugi trapanesi sono stati arrestati dalla Capitaneria di Porto di Trapani, colti in flagrante mentre incendiavano rifiuti speciali accanto alla Riserva Naturale delle “Saline di Trapani e Paceco”. L’area, di fatto trasformata in una discarica abusiva, si trova accanto ai fiumi Lenzi – Baiata e alla riserva naturale regionale gestita dal WWF Italia. I responsabili, con precedenti specifici, sono stati arrestati e l’intera zona è stata posta sotto sequestro.
L’azione conferma l’impegno della Guardia Costiera a tutela dell’ambiente. La direzione della Riserva ha espresso un ringraziamento alla Capitaneria di Porto di Trapani, sottolineando che i militari hanno operato con costanza, professionalità e determinazione su più fronti, difendendo le acque, il suolo e l’aria, e prevenendo e reprimendo condotte illecite che minacciano un patrimonio unico e fragile.
La Capitaneria di Porto ha svolto un ruolo fondamentale nel contrasto alle pratiche illecite che minacciano il patrimonio ambientale. Nelle vicinanze della riserva, sono stati segnalati e perseguiti casi di privati e ditte sottoposti a misure cautelari per aver interrato, smaltito o bruciato rifiuti accanto all’area protetta. Tuttavia, non basta fermare gli abusi, poiché le aree deturpate e impoverite dal degrado e dall’inquinamento devono essere recuperate e risanate.
La grande sinergia tra la Capitaneria di Porto di Trapani e il WWF, ente gestore della Riserva, ha permesso di lavorare fianco a fianco per salvaguardare un ecosistema straordinario e le sue peculiarità, garantendo che natura, biodiversità e tradizioni millenarie come la produzione artigianale del sale possano continuare a vivere e a essere tramandate.
La direttrice della Riserva, Silvana Piacentino, ha sottolineato che l’intervento di questi giorni assume un significato ancora più forte se si considera che il luogo dove avveniva tutto si trova accanto alla Riserva e alle vasche di produzione del prezioso sale marino. Un ennesimo ringraziamento va alla Procura della Repubblica di Trapani, che con costanza sostiene queste azioni di legalità e tutela ambientale.
Ben 11 arresti e condanne per reati legati a rifiuti, illecito smaltimento, combustione e traffico sono stati effettuati dal 2023, concentrati proprio nell’area accanto alla Riserva, a pochi metri dalla strada provinciale 21. Condotte illecite che andavano avanti da anni, causando un danno ambientale gravissimo.
La direttrice della Riserva ha sottolineato che non bastano operazioni spot, ma serve un’azione continua e coordinata per reprimere gli illeciti e avviare interventi di risanamento e restituire questi luoghi alla collettività e alla natura. Infatti, nonostante arresti e condanne, i problemi permangono a causa di un problema culturale, poiché in alcuni casi si tratta di comportamenti dettati da ignoranza e dalla mancanza di consapevolezza del danno arrecato, mentre in altri si tratta di veri e propri traffici di rifiuti organizzati per trarre profitto.
La questione riguarda anche tutti noi, poiché rimanere indifferenti di fronte a discariche, furgoni carichi di rifiuti o a colonne di fumo che si alzano nell’aria significa voltarsi dall’altra parte. La responsabilità non è solo di chi commette l’illecito, ma anche di chi sceglie di non vedere. È qui che si gioca la sfida culturale: comprendere che difendere l’ambiente significa difendere la salute e il futuro della nostra comunità.
