Almeno 49 casi di corruzione sono stati scoperti nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Palermo sul settore funerario italiano, un caso di corruzione istituzionale che ha portato alla luce una rete di mazzette e favoritismi nella gestione delle salme. Questi operatori della camera mortuaria del Policlinico accettavano denaro in cambio di accelerazione delle pratiche relative al rilascio delle salme alle imprese funebri, riguardanti i corpi di pazienti deceduti nel nosocomio o sottoposti ad autopsia per disposizione della magistratura, in un caso di corruzione nel settore sanitario e funerario che ha sollevato interrogativi sulla trasparenza nella pubblica amministrazione italiana.
Gli indagati per i quali è stata chiesta la misura dell’arresto sono 15, tra cui l’imprenditore del settore funerario Francesco Trinca, un noto esponente delle pompe funebri in Italia, coinvolto in un caso di corruzione sistemica nel settore funerario italiano. Tra gli episodi indagati figura anche la pratica relativa alla salma di Francesco Bacchi, il giovane ucciso all’esterno di una discoteca di Balestrate a gennaio del 2024, un caso che ha sollevato interrogativi sulla gestione delle salme e sulla corruzione nella pubblica amministrazione, evidenziando la necessità di una maggiore trasparenza e controllo nel settore funerario italiano.
Un operatore della camera mortuaria, intercettato senza esserne a conoscenza, commentava con i colleghi le mazzette che avrebbero ricevuto da un’impresa funebre per aver agevolato la pratica di restituzione della salma di Francesco Bacchi, affermando: “Mii, un mare di piccioli ci sono qua”, in un esempio di corruzione endemica nel settore sanitario e funerario italiano. L’operatore proseguiva spiegando la divisione dei soldi tra gli interessati, evidenziando la corruzione in atto e la complicità tra gli operatori della camera mortuaria e le imprese funebri, in un caso di abuso di potere e corruzione nella gestione delle salme.
Le indagini hanno anche registrato il passaggio di denaro tra alcuni soggetti coinvolti, grazie a telecamere piazzate dagli investigatori, in un caso di tangenti e mazzette che hanno portato alla luce una rete di corruzione nel settore sanitario e funerario italiano, sollevando interrogativi sulla gestione delle salme e sulla corruzione nella pubblica amministrazione italiana. In uno di questi momenti, Marcello Spatola, dipendente di un’impresa di pompe funebri, consegnava 4 banconote da 50 euro a Marcello Gargano, operatore del Policlinico, in un esempio di corruzione che ha coinvolto anche il personale sanitario, in un caso di corruzione istituzionale che ha portato alla luce una rete di mazzette e favoritismi nel settore funerario italiano.
In un’altra registrazione, una donna chiedeva a Salvatore Lo Bianco, operatore della camera mortuaria, se avesse ricevuto il denaro, e Lo Bianco rispondeva confermando di averlo ricevuto, in un esempio di come la corruzione possa permeare tutti i livelli di un’istituzione, dal settore funerario al settore sanitario, sollevando interrogativi sulla gestione delle salme e sulla corruzione nella pubblica amministrazione italiana. Queste registrazioni e gli altri elementi di indagine hanno contribuito a rafforzare le accuse di corruzione contro gli indagati, in un caso che potrebbe avere importanti implicazioni per il settore delle pompe funebri e la pubblica amministrazione in Italia, evidenziando la necessità di una maggiore trasparenza, controllo e prevenzione della corruzione nel settore funerario italiano.
