Decine di migliaia di persone hanno partecipato ai cortei in Sicilia per lo sciopero generale in solidarietà al popolo palestinese, manifestando la loro protesta contro gli abusi e le violazioni dei diritti umani nella regione. A Palermo, gli organizzatori stimano circa 30mila partecipanti, con un corteo partito dalla stazione centrale e diretto a Palazzo d’Orleans, dove erano presenti moltissimi studenti, famiglie e cittadini che hanno seguito la marcia applaudendo dai lati delle strade, mostrando il loro sostegno alla causa palestinese. A Messina, i manifestanti sono stati circa 1.500, con cortei senza blocchi né disagi negli imbarchi sullo Stretto, dove i servizi minimi restano garantiti, garantendo la libertà di movimento e di espressione. A Catania, gli organizzatori parlano di 8-9 mila partecipanti, con un corteo partito dal porto e diretto verso il Castello Ursino, che ha visto sfilare anziani, giovani e associazioni sotto le bandiere della Cgil e della Palestina, simboli della solidarietà e della lotta per la pace.
Davanti alla stazione centrale di Catania non sono mancati momenti di tensione, con un gruppo di manifestanti che ha tentato di occupare i binari, denunciando le politiche di occupazione e le violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza. Nel capoluogo etneo, partecipano alla manifestazione anche diversi avvocati che si sono dati appuntamento in piazza Cutelli per poi raggiungere il porto, indossando le loro toghe in segno di protesta contro gli abusi in tutte le forme, richiamando l’attenzione sulla necessità di difendere i diritti umani e il diritto internazionale.
Contemporaneamente allo sciopero generale in Sicilia, è salpata una nuova flotilla per Gaza, composta da undici barche partite dai porti di Catania e Otranto, con l’obiettivo di aprire un corridoio umanitario verso la Striscia di Gaza, dove la popolazione soffre a causa del conflitto e dell’assedio. A bordo, ci sono quasi un centinaio di persone tra medici, infermieri e giornalisti provenienti da 25 Paesi, pronti a fornire aiuto umanitario e a denunciare le violazioni dei diritti umani nella regione. La missione è stata promossa dalle organizzazioni Freedom Flotilla e Thousand Madleen, che lavorano per promuovere la pace e la giustizia nella regione. Uno dei partecipanti, il chirurgo Riccardo Corradini, ha dichiarato che Gaza è l’unico posto al mondo in cui, come medico, non può andare ad aiutare i suoi colleghi, sottolineando la necessità di azioni concrete per garantire l’accesso all’assistenza medica e umanitaria nella Striscia di Gaza.
